Chi ha paura della notte?

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COMPAGNI VAMPIRI, ANCORA UNO SFORZO

La mancanza d’amore è una condanna peggiore della morte
Il conte Orlock, alias Nosferatu

C’è poco da dire: avere paura della notte è cosa buona e giusta. Perché di notte puoi incontrare gente dagli strani desideri. Zombie, licantropi, fantasmi. E vampiri, quelli dall’implacabile sete di vita. Li puoi odiare, come Marx, che vedeva in loro la controfigura di ogni padrone e della sua avidità: il capitalista che succhia il sangue dei proletari, ne prosciuga il corpo e la mente a fini di profitto. O li puoi temere, come ogni buon borghese del Novecento: perché sono il doppio segreto che se ne va in giro la notte, per soddisfare i desideri inconfessabili e poco per bene che alla luce del giorno, schiantati dal lavoro e dalle buone maniere, vengono rimossi. O, infine, li puoi prendere a cuore. Seguirne la parabola che ne fa degli essere sempre più umani e soli, sempre più in cerca di qualcosa che non trovano. Amanti esigenti e non ricambiati di una vita esangue. Da Dracula a Twilight fino a Solo gli amanti sopravvivono, passando per Murnau, Herzog, Coppola. Dietro la maschera del vampiro si affaccia sempre di più il tuo volto, la tua sete di vita. In una notte che ormai non fa più paura a nessuno, potresti incontrare i tuoi desideri.
Era bello, accompagnato da questi pensieri, godersi ieri sera all’UC il mare di teste e di piedi che si muovevano insieme a Nosferatu, al ritmo della musica di Supershock, mentre sullo schermo scorrevano le immagini. Era quasi come andare al cinema per la prima volta, perché è questo il miracolo dell’espressionismo tedesco ai suoi massimi livelli. Con Paolo Cipriano, chitarra elettrica in spalla, nella sua fortezza di strumenti e neon blu, a sonorizzare la storia del vampiro triste e innamorato. A una sala piena di appassionati, a proiezione finita, ha raccontato il tempo e la pazienza che ci vogliono per fare bene il proprio lavoro: mesi e mesi per comporre la musica giusta, per ogni sequenza e per tutto il film. Come camminare su un filo, spiegava. Parole che a molti hanno detto qualcosa. Uscendo dal bunker, dopo lo spettacolo, brillanti nella luna, rilucevano parecchi canini.

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