Siamo consci del fatto che, per sanare il deficit della Sanità della Regione Piemonte, sia purtroppo necessario procedere anche ad alienazioni patrimoniali di “asset” in capo a diverse aziende sanitarie, non indispensabili all’esercizio della loro attività.
Ci è pervenuta, attraverso notizie non ancora formalizzate, un’informazione secondo cui l’ASO Molinette intenderebbe pubblicare un bando di evidenza pubblica per l’alienazione della proprietà di Pian del Lot sulla collina di Torino, comprendente, oltre ad alcuni immobili corrispondenti all’antica villa Raby, con i rustici ad essa collegati, in strada San Vito-Revigliasco n. 338, anche una vasta area di circa 125.000 mq., ancora in parte utilizzata per attività agricole. Si tratta di una vasta zona prativa, con al centro due laghetti un tempo forse utilizzati come riserve idriche e come maceratoi, e comprendente anche le piattaforme in cemento utilizzate durante la Seconda Guerra Mondiale per le postazioni delle batterie contraeree. Poco oltre la recinzione dell’area agricola è situato il Sacrario dedicato alle 27 vittime della strage di Pian del Lot del 1944, ove ogni anno si svolge la cerimonia commemorativa con la partecipazione delle autorità cittadine; Sacrario raggiungibile con una stradina realizzata più a monte proprio per lo svolgimento della ricorrenza annuale.
Tale area, facente capo al vecchio Sanatorio Birago di Vische, e poi trasmessa infine con altri beni delle ex-IPAB all’ASO Molinette, avrebbe dovuto essere destinata a presidi sanitari (poco a monte e confinante è situato il complesso del CRF, ora in stato di abbandono), con programmi ormai tramontati da decenni.
L’area ha un doppio valore, il primo di carattere naturalistico e paesaggistico, per la sua posizione aperta e panoramica, non compromessa dalle edificazioni sviluppatesi poco più monte, e il secondo di carattere storico, rientrando in un percorso storico che può saldare diverse testimonianze della Resistenza e della Seconda Guerra Mondiale, attraverso itinerari guidati della Memoria che acquisterebbero maggior valore se non si limitassero alla visita annuale al Sacrario; e non a caso Pian del Lot era già stato oggetto in passato di appelli dell’ANPI affinché non venisse privatizzato, ma trasmesso al Comune, e oggetto anche di altre proposte che ne sostenevano l’utilizzo pubblico per un “Giardino dei Giusti”.
Dal punto di vista del sistema dei parchi collinari Pian del Lot è compreso nel Parco P17, con prevalenti utilizzazioni edificatorie da 0,01 a 0,03 mq SLP/mq ST, da farsi atterrare in Zone Urbane di Trasformazione nella parte piana, e all’atto dell’elaborazione del PRG vigente era stata oggetto di studi che privilegiavano come auspicabile l’ampliamento del Parco della Maddalena.
A riprova dell’interesse della Città di Torino per l’area in questione ricordiamo che ne era stata ipotizzata la cessione alla stessa nel contesto della Variante Parziale n. 165 al PRG (relativa all’immobile di viale Thovez n. 11), adottata dalla Giunta il 18 novembre 2008 e approvata infine dal Consiglio Comunale l’anno successivo stralciandone la cessione a privati operatori, ma con l’approvazione all’unanimità di una mozione di accompagnamento da parte del Consiglio che destinava in forma impegnativa l’utilizzo degli importi della “valorizzazione” connessa alla Variante da parte dei privati operatori proprio per l’acquisizione di Pian del Lot al patrimonio della Città.
Esprimiamo quindi la nostra preoccupazione in merito alla possibile utilizzazione di quest’area che, a prescindere dal destino dell’immobile dell’antica Villa Raby, oggi assai degradato, che potrebbe essere scorporato dal parco, deve restare patrimonio pubblico ed essere adeguatamente tutelato nella sua memoria storica e nella sua valenza paesaggistica, e certo non privatizzato e “banalizzato” come qualsiasi altro immobile in dismissione.
Il gruppo “Città e Territorio” dell’Unione Culturale Franco Antonicelli, da anni impegnato sui temi del dibattito urbanistico a partire dai principi costituzionali della partecipazione democratica da parte dei cittadini e della difesa dei beni comuni, si appella all’Amministrazione comunale, alle Istituzioni culturali e scientifiche, alle associazioni ambientaliste, della memoria della Guerra e delle Resistenza, a tutti i cittadini, perché l’area del Pian del Lot per la sua straordinaria valenza culturale e ambientale venga mantenuta alla proprietà pubblica e resa fruibile. Si impegna sin da ora a sostenere tutte le iniziative finalizzate a tale obiettivo.
2 marzo 2015
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