La strumentalizzazione del corpo femminile nelle campagne contro il cancro al seno
7 marzo 2016
Unione culturale Franco Antonicelli
via Cesare Battisti, 4 b – Torino
www.unioneculturale.org – 0115621776
(ingresso libero e gratuito)
Proiezione del documentario Pink Ribbons Inc. (2014) di Léa Pool
e incontro con:
Grazia De Michele, amazzonefuriosa.blogspot.it
Emma Schiavon, storica
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Il nastro rosa è ormai da anni il simbolo della lotta contro il cancro al seno, il vessillo di cui si fregiano spesso aziende di ogni tipo associando i propri prodotti al sostegno di una buona causa che viene così strumentalizzata e svuotata di ogni significato sociale e politico. Da questo fenomeno è nato il concetto di “pinkwashing” oggi utilizzato per riferirsi ad ogni forma di uso strumentale delle cause femministe o queer a fini di marketing o di occultamento di altre forme di discriminazione o violenza. Comprare questi prodotti ci fa sentire parte di una lotta buona e giusta. La realtà è però che il tasso di mortalità nel medio termine non è cambiato significativamente negli ultimi sessant’anni e che le soluzioni terapeutiche non sono mutate molto rispetto a quarant’anni fa. La regista e sceneggiatrice canadese Léa Pool parte dalle marce per la raccolta di fondi organizzate dalle principali aziende cosmetiche americane che utilizzano il nastro rosa per interrogare le forme e gli obiettivi del marketing solidale e dell’industria che si è creata intorno alla malattia ponendo domande ad oggi ancora senza risposte: che fine fanno i soldi raccolti? Perché si lotta per la cura e non per la prevenzione non diagnostica (politiche ambientali e alimentari)? Inoltre, intervistando attiviste, professioniste della medicina ed esperte del marketing del nastro rosa, il film invita ad una riflessione sulla lotta alla malattia come atto di ripensamento dei modi in cui viviamo.
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