Noi e Bianciardi
14 novembre 2016 ore 21
via Cesare Battisti 4b – Torino
Serata dedicata a Luciano Bianciardi
Letture, proiezioni e interventi sulla vita agra del lavoro culturale
La programmazione 2016/2017 dell’Unione culturale Franco Antonicelli dedica un ciclo di incontri alla figura di Luciano Bianciardi, uno dei primi intellettuali in Italia che ha colto, sentito e patito i problemi legati alle condizioni materiali spesso difficili in cui si svolge quello che ancora si stenta a riconoscere come un vero e proprio lavoro, il lavoro culturale. Una figura agli antipodi dello stereotipo d’intellettuale distante anni luce dai problemi quotidiani e dalle necessità materiali degli esseri umani.
Il 14 novembre 2016, a quarantacinque anni di distanza dalla sua morte, nel bunker di via Cesare Battisti chiunque svolga un lavoro in ambito culturale (scuola, università, arte, editoria, informazione, associazionismo…) potrà prendere parola per far dialogare le opere di Bianciardi con la propria vita agra. Si tratterà quindi non solo di ricordare la figura di un intellettuale tra i primi in Italia a raccontare le sfide, le frustrazioni, la cruda realtà e le promesse di libertà racchiuse nel lavoro culturale ma anche di mettere in comune le esperienze di chi oggi conosce in prima persona quella vita e il desiderio di una libertà che non accetta di risolversi in integrazione al sistema che lo tiene in vita.
Chiunque voglia partecipare, portando una lettura e/o raccontandoci in massimo 5 minuti la vita agra del lavoro culturale, può scriverci una breve proposta alla messaggeria FB dell’Unione culturale Franco Antonicelli oppure a info@unioneculturale.org entro venerdì 11 novembre.
Il 14 novembre verrà anche inaugurata la mostra Luciano Bianciardi. I luoghi, il tempo, le parole, curata da Massimiliano Tursi. La mostra sarà accessibile al pubblico in occasione di ogni iniziativa pubblica organizzata e ospitata dall’Unione culturale fino al 14 dicembre 2016. In quella data, a novantaquattro anni dalla nascita di Bianciardi, interverranno per ricordarlo alcune delle voci più autorevoli del lavoro culturale del nostro paese i cui nomi verranno presto annunciati.
Programma del 14 novembre 2016, ore 21
Vite agre. Noi e Bianciardi
Si alterneranno letture, proiezioni e interventi di scrittori, poeti, recensori, traduttori e ricercatori. Ciascuno di loro leggerà un brano, racconterà della sua esperienza, assegnerà la una personalissima e idiosincratica “medaglia Bianciardi” a qualcuno o qualcosa, reale o immaginario, che incarna al meglio la massima rivoluzionaria per combattere la vita agra: “Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha”.
La serata sarà scandita in quattro momenti, ispirati alla vita e alle opere di Bianciardi:
- Il lavoro culturale, una promessa di felicità che deve necessariamente fare i conti con una realtà di stenti e frustrazioni. La gioia commista a un senso di smarrimento di chi fa il proprio ingresso nel mondo del lavoro culturale; il conflitto tra il desiderio di far “saltare” il sistema e la necessità materiale di aderire a esso, di integrarsi per sopravvivere.
- La vita agra di chi deve lottare quotidianamente per la propria sopravvivenza: i soldi che non bastano mai, i ritmi serrati per terminare il lavoro in tempo, i sacrifici e l’angoscia per le continue richieste di pagamenti provenienti da quelli che Bianciardi chiama “tafanatori”.
- L’integrazione è la quintessenza dell’alienazione del lavoratore culturale. La sua “spersonalizzazione”. Inizia nel momento in cui la vita si identifica con il lavoro che si svolge.
- Aprire il fuoco è lo slogan di un grande ideale rivoluzionario e anarchico: il sogno dell’abbattimento di ogni vincolo sociale, di instaurazione di un paradiso perduto in cui la libertà del tempo libero subentra alla necessità di lavorare.
Iniziativa in collaborazione con Libreria Belgravia e Sparajurij
Info: www.unioneculturale.org ; info@unioneculturale.org; 339 7347993
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