Nel mare ci sono i coccodrilli

“La mattina, quando mi sono svegliato, ho allungato le braccia per far uscire il mio corpo dal sonno e ho tastato a destra per cercare fiducia nel corpo di mamma, nell’odore rassicurante della sua pelle che per me era come dire: sveglia, alzati eccetera. Ma sotto il palmo non ho trovato nulla e, tra le dita, solo la coperta di cotone bianco.” (Fabio Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli)

Da secoli la letteratura per ragazzi parla di avventura, da Verne a Twain, da Pinocchio a Peter Pan, avventure fantastiche di ragazzi alle prese con un mondo incantato e con il desiderio e i problemi del diventare grandi. Questa è la storia di un ragazzino afghano costretto a lasciare il suo paese per intraprendere un lungo e difficile viaggio attraverso il mondo alla ricerca di un posto dove vivere serenamente la sua infanzia. Nel mare ci sono i coccdrilli ci parla di un itinerario lungo e difficile attraverso le culture, i popoli, le persone, un viaggio di un giovanissimo e moderno Ulisse alla ricerca “di un posto da chiamare casa”. Una storia piccola ma al contempo grande perché appartenente a tutti, poiché ognuno è frutto di viaggi, di mescolanze, di migrazioni.