Al Congresso mondiale delle famiglie di Verona (29-31 marzo 2019) assistiamo alla passerella di Ministri del nostro governo, pronti a blandire un pubblico rancoroso, retrivo, pronto ad imporre aggressivamente la propria visione del mondo nel momento stesso in cui si dichiara perseguitato. L’ovvietà che la libertà per ciascun* di essere chi vuole garantisce di per sé qualunque scelta non scalfisce l’ottusa determinazione di chi spaccia per “naturali” le normatività binarie del patriarcato. Attaccata a Belo Horizonte da fondamentalisti cattolici perché rea di predicare la cosiddetta “ideologia del gender”, Judith Butler ha risposto: “Se una persona nasce femmina ed è obbligata a identificarsi come donna, ad esprimere solo femminilità, a fare sesso solo con uomini, cioè ad essere eterosessuale, se è costretta a subire costanti inviti a sposarsi, ad avere figli e a riprodurre una famiglia eterosessuale, questa sì che è ideologia del gender”. L’Unione Culturale sostiene una riflessione approfondita sui temi del genere e dell’intersezionalità. Continuerà a farlo con la consapevolezza che nell’Italia del 2019 la questione si presenta con particolare urgenza.
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