2021 – Ritorno al territorio?

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Venerdì 15 gennaio 2021 ore 18

In diretta streaming sul canale Facebook dell’Unione Culturale Franco Antonicelli

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Per poter aver cura dei luoghi è necessario saperli vedere, saperli riconoscere, saper interpretare i valori, le regole riproduttive, l’identità profonda

(Alberto Magnaghi)

 

Mentre i grandi flussi economici globali combinati con l’incombente rivoluzione digitale stanno producendo il più vasto processo di “deterritorializzazione globale” che si sia mai realizzato, attraverso la pervasiva diffusione planetaria di nuovi modelli di comunicazione, di lavoro, di produzione e consumo, si assiste alla crescente perdita di identità e cultura dei luoghi, alla destrutturazione progressiva delle componenti fisiche, ambientali e antropiche che costituiscono il carattere sostanziale dei territori. Mentre l’emergenza pandemica ha messo in luce le fragilità del nostro sistema economico e territoriale, la critica sembra riscoprire il ruolo strategico degli spazi intermedi, della struttura territoriale esterna alla città, intesa come rete di sistemi antropici definiti e capaci di garantire nuove forme di sviluppo sostenibile. Ripensare la città e i territori significa oggi soprattutto ripensare il rapporto delle città con le aree esterne, recuperando e valorizzando la ricca civilizzazione dei territori collinari, rafforzando il carattere diversificato dei territori. Concetti che recuperano alcuni principi espressi a partire dagli anni ’80 dalla scuola territorialista fondata tra gli altri da A. Magnaghi (UniFI), G. Ferraresi (PoliMI), A. Peano (PoliTO).

Il paradigma territorialista si basa sull’idea di consolidamento e attivazione di sistemi di relazione virtuosi tra le diverse componenti del territorio. Si tratta di valorizzare una ricchezza che ha/aveva strutturato un equilibrio di lungo periodo tra ambiente naturale, ambiente costruito e ambiente antropico. E l’idea dello sviluppo locale autosostenibile che considera inscindibile la sostenibilità ambientale da quella culturale, sociale, politica ed economica. Un paradigma in cui non sono l’efficienza tecnologica, la smaterializzazione dei prodotti, o il risparmio energetico i fattori risolutivi ma la cultura di autogoverno e di cura del territorio locale, come base per la costruzione di un reale sviluppo sostenibile. Secondo questo punto di vista è soltanto con la produzione sociale autosostenibile che si può contrastare il processo di deterritorializzazione e di “spoliazione” urbana in atto a livello globale.

Nella nuova dimensione metropolitana sembra particolarmente utile riaffermare questi principi e tentare di individuare soluzioni pratiche per avviare una nuova fase di progettazione territoriale alla scala intercomunale.

 

Introduce: Davide Derossi (Architetto)

Modera: Fiorenzo Ferlaino (Dirigente di ricerca IRES)

Intervengono: Alberto Magnaghi (Urbanista, UNIFI), Giuseppe Dematteis (PoliTO), Aldo Bonomi (IULM)

 

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