PAMINA E TAMINO: Grazie alla potenza della musica camminiamo lieti attraverso la tetra notte della morte.
Il Flauto Magico (scena 28) Emanuel Schikaneder
Regia: Luca Vonella
Interpreti: Anna Fantozzi, Luca Vonella, Lucio Barbati
Drammaturgia: Luca Vonella e Chiara Crupi
Disegno luci e audio: Alessia Massai
Scenografia: Adrian Bruma e Anna Fantozzi
Costumi: Anna Fantozzi e Silvia Vairos
Date: 22 e 23 aprile alle ore 21; 24 aprile alle ore 17,30
Luogo: Unione culturale “Franco Antonicelli”, via Cesare Battisti 4b – Torino
Ingresso: posto unico 10 euro.
Info e prenotazioni: TEATRO A CANONE, 333/20.14.888; www.teatroacanone.it; teatroacanone@teatroacanone.it
Info prevendita: 351/5922279
Nel 1956, la scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann, smise di comporre poesia. Aveva un’ossessione: Mozart. Affermava di “ascoltarlo per proteggersi dalla Germania”. Scrisse un saggio dal titolo Musica Impura, che conteneva, fra gli altri, due scritti: Un foglio per Mozart e Musica. Il primo era una dedica; il secondo poneva una domanda: Che cos’è la musica? Una domanda esistenziale e, forse, politica. Una questione sul senso dell’armonia e del suono nel silenzio dell’era post-atomica. In quegli anni il rumore diventava parte della musica e l’idea dell’armonia si era rotta. Era lecito domandarsi come e perché eseguire Mozart: come salvarlo dal disastro. Lo spettacolo trae spunto da questi due scritti e mette in scena Mozart dal suo punto di vista di poetessa inquieta del secondo Novecento. Il compositore di Salisburgo non è più un intercessore divino e perfetto ma un uomo fragile, mosso da passioni terrene. La sua musica è il frutto di una sofferenza, non di un miracolo: è un grido di dolore e di gioia. La sua musica è di questo mondo. La riflessione di Ingeborg Bachmann è traslata in azione scenica dal direttore d’orchestra che, come lei, si interrompe e, per un atto d’amore o per sopravvivenza, riascolta e reinterpreta Mozart facendo emergere intorno a lui i personaggi delle sue opere e della sua vita.
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