La Torino di Antonicelli e dell’Unione culturale

Nel 50° anniversario della scomparsa di Franco Antonicelli, avvenuta il 6 novembre 1974, lo ricordiamo con un filmato inedito in Italia per gentile concessione di RSI-Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. Trasmesso il 3 luglio 1968, il programma Prisma. Torino città attuale di Osvaldo Benzi si rivolge proprio ad Antonicelli, noto in Ticino per le sue precedenti collaborazioni radiofoniche con la RSI, chiedendogli di tratteggiare la ‘sua’ Torino. L’allora Senatore e presidente dell’UC lo fa con i toni quasi poetici usati in molte sue rubriche per la Rai, come in quella in cui ricordava all’indomani della sua morte Francesco Pastonchi e il loro comune amore per la città in cui entrambi avevano scelto di vivere: “gli ero anche grato che gli piacesse Torino, lui non torinese né piemontese e io nemmeno. Apprezzavo questo suo gusto come il segno di una finezza intima, l’indice di una buona disciplina intellettuale, così come l’amare il Parini, il Manzoni e più raro ancora il Manzoni lirico, cioè autori non facili, non da ribalta, schivi, concentrati, rigorosi. Ci scambiavamo su Torino, patria adottiva di entrambi, le nostre impressioni. Sorpresi e lieti di incontrarci in ragionamenti che erano più che altro fantasie improvvise e scherzose. Torino, dicevamo, è una città, la sola in Italia, costruita secondo un disegno estremamente semplice e quindi naturale e razionale. Una città come la disegnerebbe un bambino: croci di strade, linee di case, file d’alberi, il fiume di sponda. Al fondo d’una via s’alza un colle, all’altro fondo una montagna. Un insieme di aspetti naturali, immediati ed elementari” (da Pensieri intorno a un poeta scomparso).

Va comunque sempre tenuto conto, con un monito assai valido nei tempi bui che stiamo vivendo, quanto Antonicelli stesso aveva affermato in un’altra delle sue conversazioni in radio di alcuni anni prima: io amo il presente. Non si ama che quello contro cui si combatte. Cerco e indago e accetto quanto del passato mi serve a capire questi tempi di cui la possibile dolcezza mi è ignota e tutto l’aspro è un sapore senza del quale non saprei più vivere” (da Il generale Gyulai).

La Torino di Antonicelli e dell’Unione culturale è un progetto di Terza Missione sostenuto dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino in collaborazione con l’Unione culturale.

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