Il futuro di Torino tra crisi e potenzialità

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Il futuro di Torino tra crisi e potenzialità

Programma attività 2024 del Gruppo “Città & Territorio”

La città manifesta i sintomi di una crisi ormai di lunga data. Finita la fase industriale, esaurita l’illusione il ricorso ai grandi eventi come alternativa alla manifattura, facciamo i conti con un declino che sembra inarrestabile e troppi bisogni non corrisposti. Il peso del debito – retaggio preannunciato dell’avventura olimpica Torino 2006 – penalizza le politiche di investimento pubblico e di welfare. La povertà è in aumento, cresce il numero dei senza dimora e la diseguaglianza tra aree ricche e aree di degrado. La qualità della vita peggiora, sia per le condizioni ambientali, sia per le carenze dei servizi pubblici. Siamo maglia nera in Europa per l’inquinamento dell’aria, il trasporto pubblico è allo sbando, ampie aree ex industriali e demaniali sono abbandonate alla libera offerta, non hanno progetti lungimiranti e utili di riqualificazione. Buona parte degli abitanti si sono ricollocati in luoghi più appetibili per qualità del vivere, in carenza di opportunità di lavoro. I nuovi cittadini di recente immigrazione, sono di fatto ghettizzati. La debolezza di questo sistema città penalizza le fasce più fragili della popolazione e non offre opportunità di lavoro ai giovani.

Al tempo stesso sono presenti numerosi elementi positivi che potrebbero essere messi a sistema e valorizzati per costituire opportunità di sviluppo socialmente e ambientalmente sostenibile. In città esiste un forte apparato tecnico scientifico industriale e un avanzato sistema di formazione e di ricerca degli atenei che coinvolge più di 100.000 giovani, in parte non tutelato o privatizzato e non adeguatamente valorizzato.  Ci sono vaste aree che possono essere destinate ad attrarre imprese produttive. Una grande quantità di edifici e di aree pubbliche che, invece di essere alienate, potrebbero essere riutilizzate per affrontare il disagio abitativo, reale emergenza gravemente sottovalutata- e per affrontare le carenze endemiche di servizi sanitari e sociali. Il patrimonio verde dei parchi, della collina e delle sponde fluviali costituisce una risorsa ambientale straordinaria, che andrebbe valorizzata con interventi di rinaturalizzazione e creazione di corridoi ecologici, invece di essere messa a rischio da progetti come il centro sportivo al parco del Meisino oil nuovo ospedale zona nord, previsto nel parco della Pellerina.
Con il suo intorno la città esprime anche un’importante vocazione agro alimentare e turistico ricettiva, che va condotta nel rispetto delle valenze paesaggistiche e documentarie. Torino potrebbe essere laboratorio di ricerca e di sperimentazione nei campi dell’energia rinnovabile, dei trasporti puliti, dell’informatica e dell’economia circolare. Manca però una visione della città che trovi sintesi tra attività produttive, decarbonizzazione e cura delle persone. È necessaria una nuova consapevolezza e una nuova capacità di credere nel futuro.

I dibattiti che il Gruppo propone quest’anno in diverse sedi cittadine tentano di approfondire possibili strategie mettendo a fuoco alcuni problemi che riteniamo fondamentali come la formazione, il lavoro, la pianificazione urbana nel rispetto della storia, del paesaggio e della transizione ecologica, in una prospettiva di partecipazione democratica, responsabilità sociale e ambientale.

Gli incontri si terranno in diverse sedi in orario pomeridiano e prevedono: una breve introduzione, alcuni interventi, domande dal pubblico e una conclusione con proposte da sottoporre all’attenzione di cittadinanza e responsabili decisionali.

PROGRAMMA DEGLI INCONTRI

  • Mercoledì 17 gennaio 2024 ore 17,30, Polo del Novecento, (via del Carmine 14, Torino)

La “città giusta” come orizzonte di pensiero

L’idea di “città giusta” non è un semplice slogan ma un’idea direttiva rivolta a promuovere una visione della politica torinese alternativa a quella degli attuali decisori (pubblici e non). Il modello normativo della “città giusta” che il gruppo Città e Territorio propone poggia su un nucleo di principi da cui far derivare un set di politiche pubbliche e un’agenda prioritaria con essi congruenti e consequenziali. In questa chiave, sfruttamento, discriminazione, deprivazione ambientale e esclusione politica sono i bersagli su cui indirizzare l’azione pubblica. Ridistribuzione, riconoscimento, giustizia ambientale e coinvolgimento civico sono gli obiettivi da implementare per approssimare il programma di rinnovamento auspicato. Sulle direttrici di cambiamento delineate, ma anche sulle tensioni e sulle contraddizioni (e sui conflitti) che potrebbero limitarne la fattibilità, chiamiamo a discutere chiunque ritenga che un rinnovamento dei metodi e degli indirizzi del governo urbano ispirato ai principi della giustizia distributiva, sia necessario, possibile e anche urgente.

Dopo un’introduzione a cura del sociologo Silvano Belligni, sarà aperta una libera discussione a cui sono invitate tutte le persone presenti.

Introduce e modera Guido Montanari, coordinatore del “Gruppo Città e Territorio”.

  • Mercoledì 21 febbraio 2024 ore 17,30,  Unione culturale (via Cesare Battisti 4b, Torino)

Adolescenti e giovani. Scuola, lavoro e tempo libero

Pensare al futuro della città vuol dire pensare alle nuove generazioni, alla loro crescita, formazione, possibilità di sviluppare attitudini e potenzialità. Da questo punto di vista la città di Torino presenta numerose criticità. Complessivamente la popolazione tende ad invecchiare, il sistema scolastico presenta diverse criticità, i giovani manifestano spesso sintomi di disagio, che si esprimono in difficoltà nella scuola, nel lavoro, in episodi di violenza e nella diffusione di droghe. Nonostante la città attragga un grande numero di studenti universitari, il numero dei laureati in rapporto alla popolazione è basso, rispetto alla media italiana ed europea. In pratica molti dei giovani che si formano a Torino, raggiunta la laurea abbandonano la città alla ricerca di migliori condizioni di vita e di lavoro. Sono carenti i posti letto a costi accessibili, le mense e le aule studio per gli studenti. Sono insufficienti gli sportelli di ascolto e di sostegno psicologico, gli spazi per lo sport, per la cultura e per il tempo libero. Fenomeni di aggregazione come la movida vengono gestiti principalmente come problemi di ordine pubblico, indifferenti alla ricerca di spazi pubblici di condivisione e di mediazione. Una città che voglia migliorare la propria qualità della vita deve farsi carico dei problemi delle fasce fragili della popolazione, siano esse giovani, anziani, disabili, immigrati. Il dibattito proposto partirà dalla fotografia aggiornata della condizione giovanile, da discutere attraverso il contributo di diversi punti di vista, alla ricerca dei problemi e delle possibili soluzioni.

Con:

Luca Davico, docente di sociologia urbana, Politecnico di Torino, Dipartimento Dist
Sonia Bertolini, docente di sociologia del lavoro, Università degli Studi di Torino, Dipartimento CPS
Maria Pambianco, Associazione animazione interculturale ASAI
Beatrice Gastaldi, dirigente GIOC Torino
Introduce e modera: Guido Montanari, coordinatore del Gruppo Città & Territorio

  • Mercoledì 13 marzo 2024 ore 17,30, Polo del Novecento, (via del Carmine 14, Torino)

Torino ritorno al futuro? Per una reindustrializzazione manifatturiera qualificata e sostenibile.

Torino, come molte altre città postfordiste, negli ultimi 25 anni ha investito molte risorse pubbliche e private per sviluppare le economie legate alla cultura, agli eventi, al turismo, alla formazione, alla conoscenza, illudendosi che tale positiva e costante crescita potesse colmare la perdita di lavoro nella manifattura. Oggi possiamo facilmente registrare un arretramento della produzione industriale, una riduzione dei salari, un aumento dei tassi di disoccupazione e del divario sociale ed economico che divide il centro dalle periferie. È inoltre evidente che molte aree della città non hanno registrato alcun effetto positivo conseguente allo sviluppo delle nuove economie. Eppure Torino con la sua area metropolitana è ancora la seconda area industrializzata d’Italia. Vorremmo cercare di capire con quali strumenti si può rilanciare uno sviluppo industriale basato su conoscenza e sostenibilità, capace di offrire lavoro qualificato ai molti giovani che, una volta laureati, sempre più spesso lasciano la nostra città in cerca di nuove opportunità di vita. Seguendo i dettami dell’economia circolare occorre anche cercare di produrre in città ciò che la città consuma al fine di ridurne l’impronta ecologica. Occorre pensare a nuove forme di produzione capaci di rendere la città più resistente alla diffusione di modelli di tipo estrattivo, con azioni che mirano ad una maggiore indipendenza dalle fonti di sostentamento esterne (energetiche, alimentari e materiali). Oggi si possono pensare nuovi sistemi produttivi ecologicamente sostenibili, con minor impatto acustico, una migliore qualità degli spazi, che possono tornare all’interno del tessuto urbano. Per troppi anni la città di Torino, ha cercato di far dimenticare il suo passato industriale, oggi sembra necessario ricostruire una nuova idea di lavoro di qualità che può tornare ad essere motore della trasformazione urbana. Ma quali politiche urbane possono essere messe in campo per far tornare il lavoro della manifattura avanzata in città? Quali nuove forme di organizzazione del lavoro possono essere adottate? Quali azioni si possono mettere in campo per rendere la città più attrattiva per gli investimenti di carattere produttivo? Quale ruolo potranno avere le nuove tecnologie digitali nei processi di innovazione produttiva? Come possono le imprese locali migliorare la loro posizione nella relazione con le sempre più ingombranti e decisive piattaforme digitali globali? Cercheremo di dare una risposta a queste domande partendo da diversi punti di vista.

Con:
Elena Ferro, dirigente CGIL Torino
Stefano Serra, imprenditore, presidente AMMA, Unione Industriali Torino
Salvatore Cominu, ricercatore IRES Piemonte
Introducono e moderano: Davide Derossi e Antonella Visentin del Gruppo Città & Territorio.

  • Mercoledì 17 aprile 2024 ore 17,30, Circolo Risorgimento (via Giovanni Poggio 16, Torino)

Sguardi su Barriera di Milano: quali strategie per un riscatto?

Quartiere industriale e operaio sviluppatosi dalla seconda metà dell’Ottocento fuori dalla cinta daziaria, Barriera di Milano non è mai stata una periferia in senso proprio e per comprenderne la specificità non si può prescindere dalla sua storia urbanistica e sociale, che ha generato una geografia urbana complessa, articolata e disomogenea. La deindustrializzazione ha aperto inquietanti vuoti urbani che i programmi di recupero intrapresi dalla amministrazione comunale nei primi anni Duemila (area ex Incet, Spina 4, case ERP di corso Vigevano) non hanno colmato, mentre, dal punto di vista sociale, la composizione operaia del quartiere, fulcro della Resistenza torinese, si è progressivamente trasformata con i flussi di migrazioni internazionali che ne hanno fatto lo specchio di un mondo globalizzato. Questi processi si sono accompagnati da un lato con la fragilizzazione e sofferenza del tessuto sociale, riconosciute già a metà degli anni Duemila e oggi evidenti, dall’altro con la vitalità del mondo associativo e delle sue iniziative ricreative, culturali e di aggregazione. Con i nostri ospiti vorremmo ripercorrere la storia e provare a interpretare le attuali tensioni di Barriera, non tanto come manifestazioni di microconflittualità sociale e degrado, quanto come contraddizioni rivelatrici di processi globali, difficili da cogliere nel loro insieme, ma su cui possiamo gettare differenti sguardi e immaginare, forse, un futuro.

Con:

Diego Acampora e Marianna Bonaudo, Associazione Comunet, Barriera Milano
Angelo Castrovilli, storico di Barriera e operatore culturale
Susanna Ronconi, Forum droghe, Coordinamento operatori servizi di bassa soglia Piemonte
Lorenza Giorgetti, Cantiere Barriera Aurora
Introduce e modera Terry Silvestrini del Gruppo Città & Territorio.

  • Mercoledì 15 maggio 2024 ore 17,30, Dipartimento Dist, Castello del Valentino (viale Mattioli 39, Torino)

Quale pianificazione urbana tra annunci e realtà? Ha senso e cosa significa un Nuovo Piano Regolatore?

La pianificazione urbana dovrebbe essere uno dei principali strumenti per definire il progetto della città del futuro. A Torino il Piano Regolatore Generale (PRG) vigente risale al 1995, da allora si sono succedute numerose varianti e una revisione generale avviata dall’amministrazione Appendino, ora arenata. La nuova amministrazione Lo Russo ha deciso di redigere un Nuovo Piano Regolatore, con la collaborazione della Fondazione americana Bloomberg, e ne ha illustrato gli aspetti in incontri pubblici, incentrati su una visione di “città fluida” e di “transitorietà” delle destinazioni d’uso. L’aggiornamento del Piano Strategico Metropolitano 2024 -2026 è in corso e dovrebbe essere adottato dal Consiglio metropolitano entro il dicembre 2023. I giornali hanno dato spazio a dibattiti su un nuovo Piano Strategico della Città, con interventi di esperti e tecnici. I gravi problemi della città sembrano però restare sullo sfondo di tutte queste iniziative: aree produttive abbandonate, patrimonio pubblico in degrado, inquinamento dell’aria, cementificazione del suolo, carenza dei servizi socio sanitari e scolastici, inefficienza del trasporto pubblico, disagio abitativo per migliaia di famiglie a fronte di un ampio numero di alloggi vuoti, crisi delle attività commerciali e artigianali di vicinato e diffusione incontrollata della grande distribuzione. Manca una visione unitaria e coerente in grado di rispondere ai problemi e ai disagi presenti in città e nel suo contesto metropolitano. Il nuovo Piano regolatore di Torino potrebbe essere laboratorio di ricerca e di sperimentazione nei campi dell’energia rinnovabile, dei trasporti puliti, dell’informatica e dell’economia circolare, nell’ottica progettuale della Bioregione urbana, proposta dalla Società dei Territorialisti. Dopo un periodo di deterritorializzazione e di adesione alle logiche neoliberiste di mercato, occorre riterritorializzare e valorizzare le invarianti strutturali, le persistenze storiche e ambientali, l’equilibrio idrogeomorfologico e il progetto di rete ecologica quale “fondazione” materiale dell’insediamento urbano, il patrimonio territoriale locale formato dai sistemi produttivi, dai sistemi di insediamento policentrici, dalle strutture agro-forestali. Insomma c’è la necessità di costruire una visione nuova e aperta della città che trovi sintesi in un Piano partecipato, per le attività produttive, la decarbonizzazione, la residenza e la cura delle persone. È necessaria una nuova consapevolezza, una diffusa “coscienza dei luoghi”, e una nuova capacità di credere nel futuro. L’orizzonte progettuale è quello della “città giusta”, di una città capace di dare risposta anche ai bisogni dei più deboli attraverso forme di autogoverno finalizzate all’autosostenibilità dei sotto-sistemi urbani, a un orizzonte di pensiero e una visione basata sulla formazione continua dei residenti, sulla responsabilità sociale e ambientale, sul lavoro, sulla co-progettazione urbana rispettosa della storia e del paesaggio. L’incontro intende fare il punto sulle possibilità reali di passare dagli annunci alla soluzione dei problemi nonché di suggerire una strada progettuale co-partecipata propria della “bioregione urbana”, in via di sperimentazione, in forme spesso carsiche, in diverse realtà di piano e di progetto.

Con:

Angioletta Voghera, docente di pianificazione urbanistica, Politecnico di Torino, Dipartimento DIST
Daniela Poli, docente di pianificazione urbanistica, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento DIDA
Michele De Martini, studente Pianificazione, Politecnico di Torino, Centro Sociale Gabrio
Introduce Emilio Soave, modera Guido Montanari, coordinatore del Gruppo Città & Territorio.

  • Mercoledì 5 giugno 2024 ore 17,30, Ass. Volere la Luna (via Trivero 16, Torino)

Il futuro della città verde. Problemi e prospettive della transizione ecologica

Sono noti i preziosi servizi ecosistemici offerti dal verde nella città: fornire ossigeno, fissare l’anidride carbonica, assorbire le polveri, prevenire frane e smottamenti, filtrare l’acqua delle piogge rifornendo con continuità le falde acquifere, abbassare la temperatura in estate grazie alla traspirazione ed all’ombreggiamento, fornire luoghi per il relax e lo sport, contribuendo alla salute fisica e mentale dei cittadini e alla qualità estetica e culturale degli ambienti.
La gestione del verde rappresenta dunque uno strumento fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici. A Torino possiamo contare su una buona presenza di verde, costituita dai parchi e dalla collina, ma per raggiungere gli obiettivi dell’agenda Onu 2030 e quelli ancora più ambiziosi richiesti dall’Europa alle 100 città europee ad impatto zero, di cui Torino fa parte, è necessario tutelare e incrementare le aree verdi. Si assiste invece a una politica di gestione del verde da parte della città che lascia perplessi. L’amministrazione propone di costruire il nuovo ospedale nell’area del Parco della Pellerina e progetta un nuovo centro polisportivo nella delicatissima e preziosa area del Parco del Meisino. Si vedono piantumazioni di giovani alberi destinati a morire per scarsa manutenzione. Si vogliono abbattere alberate storiche come quella di corso Belgio, senza tenere conto del parere dei cittadini. Tagliare alberi adulti in buona salute per sostituirli con piante giovani, ingenera il sospetto che la scelta sia fatta soprattutto per ragioni di contabilità burocratica, legata al numero di piantumazioni, se non addirittura per favorire le imprese interessate all’uso del legno o alla vendita di piante da vivai privati, indipendentemente dalla resa ambientale effettiva.
A fronte dell’emergenza climatica e delle condizioni ambientali sempre più compromesse di una città che continua ad avere un inquinamento tra i più alti in Europa, pare urgente aprire un dibattito sulle prospettive del verde. L’incontro metterà a confronto diversi pareri attorno alla necessità di dare nuovo impulso alla tutela del suolo, all’incremento delle risorse e del numero di addetti alla cura ed al controllo del verde pubblico, alla ripresa dello sviluppo del vivaio pubblico e delle relazioni con Orto botanico ed Università. Obiettivo comune deve essere la messa a sistema degli interventi più adatti per promuovere aree verdi prospere, per istituire corridoi ecologici ovunque sia possibile, completando il progetto Corona verde.

Con: Wanda Camusso, OrMe Orti Metropolitani Agriforest, Associazione Parco del Nobile; Coordinamento per la tutela del verde Torino; Resistenza Verde Torino. Introduce e modera: Margherita Corona.

  • Mercoledì 26 giugno 2024 ore 17,30, Unione culturale (via Cesare Battisti, 4b, Torino)

Cavallerizza tra progetto e realtà

La Cavallerizza Reale di Torino è uno straordinario complesso architettonico consolidatosi nella “zona di comando” della capitale barocca, a partire dal XVIII secolo e dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità (UNESCO) dal 1997. Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 2007 il complesso viene ceduto dal Demanio al Comune di Torino e in parte alla Cassa Depositi e Prestiti (CDP); nel 2010 il Comune sottoscrive la convenzione con la “Cartolarizzazione Città di Torino s.r.l.”, per la vendita della Cavallerizza. Stato e Comune escludono così la Cavallerizza dal novero dei beni culturali preziosi e inalienabili, con il placet degli organi preposti alla tutela. Nel 2014 un gruppo di cittadini, costituiti come Assemblea Cavallerizza 14:45, occupa il complesso, con l’obiettivo di opporsi alla privatizzazione e contribuire alla sua riqualificazione e riutilizzo pubblico, secondo il modello e gli strumenti della progettazione partecipata e della cittadinanza attiva. Convegni di associazioni e intellettuali, assemblee cittadine, dibattiti, iniziative culturali teatrali, musicali, eventi artistici, anche di rilevanza internazionale, riportano l’attenzione sull’interesse pubblico alla tutela e destinazione sociale del bene. La domanda al competente Ministero perché lo Stato eserciti la prelazione sul bene, sulla base del Codice dei Beni Culturali non viene accolta. L’8 febbraio del 2021 il Consiglio Comunale approva il Progetto Unitario di Riqualificazione (PUR) riformulando il bando di vendita della Cavallerizza, imponendo l’uso pubblico limitatamente agli spazi terreni e una destinazione complessiva a funzioni socioculturali assistenziali e artistiche. Nel 2023, a seguito del bando la nuova proprietà Compagnia di San Paolo (CSP), dopo un concorso pubblico in due fasi, presenta un progetto di riqualificazione unitario dell’intero complesso, ora approvato e in corso di realizzazione. Nell’ambito di tale programma CSP ha avviato anche la progettazione del Polo delle Arti, destinato a diverse istituzioni culturali e formative (Conservatorio, Accademia Albertina, Università), mentre CDP ha in corso la vendita degli spazi di sua proprietà.
Nell’incontro i principali attori della trasformazione illustreranno gli obiettivi e le fasi del progetto. Il dibattito sarà aperto alle proposte della cittadinanza per una gestione collettiva degli spazi pubblici.

Con:
Paola Gribaudo, Presidentessa Accademia Albertina di Torino
Federico Viano, Compagnia di San Paolo
Stefano Brancaccio, Cassa Depositi e Prestiti
Giuseppe Di Giuda, Prorettore Università degli Studi di Torino
Alessandro Stillo, Presidente Comitato Assemblea Cavallerizza 14:45
Maria Teresa Roli, Italia Nostra
Introduce e modera Guido Montanari, coordinatore Gruppo “Città & Territorio”

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