Lecture di Igiaba Scego
22 aprile ore 21
Sala Conferenze del Museo Diffuso della Resistenza
(corso Valdocco 4/a – TO)
A quanti capita di attraversare piazza Massaua a Torino o piazza dei Cinquecento a Roma e di interrogarsi sulle ragioni che stanno all’origine di questi toponimi?
Igiaba Scego, scrittrice romana di origini somale, lo ha fatto percorrendo a piedi la capitale ed è riuscita a tessere le fila di un passato coloniale disconosciuto attraverso tracce urbane visibili e invisibili. Ne è nato un libro dal titolo Roma negata. Percorsi postcoloniali nella città (Ediesse, 2014) e realizzato a quattro mani con il fotografo Rino Bianchi, in cui, con rigore da studiosa e sensibilità da scrittrice, Scego fa emergere quel grande rimosso storico che è l’esperienza coloniale italiana, coadiuvata da un apparato iconografico che ritrae il volto africano dell’Italia di oggi.
Igiaba Scego sarà a Torino per tenere la seconda lecture del progetto Liberazioni coordinato dall’Unione culturale per il Polo del ’900. La scrittrice, da sempre impegnata sul fronte antirazzista e antisessista, proporrà un percorso postcoloniale di attraversamento di alcuni spazi urbani e resti monumentali del nostro paese con l’obiettivo di ricostruire una memoria che è la sola condizione per decolonizzare le menti in un momento storico in cui antiche paure e spettri nazionalisti stanno rialzando la testa. Scego ha infatti dichiarato: “Per lottare contro gli stereotipi e il razzismo dobbiamo conoscere la storia del colonialismo italiano. Non si parla mai di colonialismo, l’Italia ha operato una vera e propria rimozione. Ma la macchina della prevaricazione e della discriminazione è rimasta in piedi. Oggi purtroppo ne sono vittime i migranti e le seconde generazioni. Per questo è necessario scavare nel passato per costruire un futuro davvero multiculturale insieme.”
Scrittrice italo-somala, Igiaba Scego, si occupa di dialogo transculturale e di rapporti tra scrittura e migrazioni. Ha esordito con il romanzo per ragazzi La nomade che amava Alfred Hitchcock (Sinnos, 2003) seguito poi da: Rhoda (Sinnos, 2004); Quando nasci è una roulette. Giovani figli di migranti si raccontano (Terre di Mezzo, 2007); Oltre Babilonia (Donzelli, 2008). La mia casa è dove sono (Rizzoli, 2010) è il suo lavoro più autobiografico, dove Scego descrive la sua famiglia disseminata tra Somalia, Gran Bretagna e Italia. I suoi ultimi lavori sono il saggio Roma Negata (con Rino Bianchi, Ediesse, 2014) e il romanzo Adua (Giunti, 2015). Suoi racconti sono apparsi nelle antologie Pecore nere (con Gabriela Kuruvilla, Laila Wadia e Ingy Mubiayi, Laterza, 2005) e Amori Bicolori.(Laterza, 2007). Collabora con numerose testate giornalistiche tra cui Internazionale, il manifesto, Lo Straniero, Nigrizia, e presiede l’associazione “Incontri di civiltà”. Nel 2012, Scego è stata promotrice di una petizione popolare contro la costruzione del monumento dedicato al gerarca fascista Rodolfo Graziani ad Affile, in provincia di Roma.
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