Sabato 19 ottobre ore 21,30
Unione Culturale Franco Antonicelli
Via Cesare Battisti 4b
ingresso up to you
🔸 YUKO ARAKI, eclettica polistrumentista e compositrice di base a Tokyo, è voce e parte elettronica del duo acid house YobKiss, batterista della band oriental/tribal dream psych KUUNATIC e membro fondatore del duo di noise neoclassico Concerto de la Familia.
Dal 2017 è attiva con un progetto solista a suo nome: armonie e ritmi dissonanti che suonano come un’orchestra noise.
Il suo album di debutto II è di imminente uscita per l’etichetta Commando Vanessa: paesaggi sonori infusi di noise sfaccettato in cui le frequenze ritmiche si fondono con strati e strati di suoni sintetici.
L’eccezionale sensibilità di Yuko nel processare i suoni densi e pesanti trasforma il risultato in qualcosa di mai sentito: un suono oscillatorio di migliaia di foglie radicato nel noise giapponese ma anche totalmente diverso. Noise intergalattico.
Dice del suo lavoro Andrea Ongarato: “Tonnellate di layer schiacciati uno sull’altro che creano uno strato impenetrabile di suono, ricavato dalle sorgenti più disparate: file audio, microfoni a contatto, drum machine e, manco a dirlo, quantità industriali di delay a rendere il tutto ancora più ottundente. In pratica una cattedrale massimalista, governata da una sacerdotessa del noise”.
https://vimeo.com/357185502 video by Greta Oto
🔸Danny Oxenberg & Bear Galvin (Supreme Dicks)
In occasione dell’uscita di Early Abstractions, Vol.1 (FEEDING TUBE RECORDS), il co-fondatore dei Supreme Dicks, Daniel Oxenberg, accompagnato dal suo accolito Bear Galvin, torna in Italia. Early Abstraction, Vol.1 riunisce brani registrati a New York, nel Massachusetts occidentale e a Los Angeles, principalmente nell’archivio di Danny Oxenberg che dice ironicamente: “Alcuni di questi pezzi sono recenti, alcuni sono in prestito, altri sono blu”. L’album è stato prodotto da Maxime Guitton, con una copertina originale di Hippolyte Hentgen e un layout di Darryl Norsen.
Sul loro precedente album Late Superimpositions (Three: Four, 2016), Sing Sing ha scritto: “questo duetto sfocato riporta alla mappa bruciata di un territorio autenticamente selvaggio dove melodie radiose, dissonanze più o meno sacre, rumore linfatico e lirismo rauco, indelebile malinconia e profusione di epifanie si intrecciano, si scambiano e rianimano per iniziarci a qualcosa come la grazia … un’altra ragione per credere che i fantasmi siano tra noi e che non smettono mai di morire d’amore “.
“Sottili e pazienti, queste semplici melodie intrecciate con la chitarra continuano a inclinarsi lateralmente, oscillando dal sentiero dritto tra le erbacce di qualcosa di più interessante. Sono anche semplicemente meravigliosi … ” (Marc Masters, The Out Door: 200 parole)
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