Organizzato in collaborazione con la Regione Piemonte, il premio Franco Antonicelli è rivolto agli studenti che, riuniti in gruppi e coordinati da uno o più docenti, intendano realizzare un ciclo di incontri (conferenze, dibattiti, proiezioni di filmati, ascolti musicali…) destinato ai propri coetanei. Possono partecipare al concorso gruppi di studenti e docenti delle scuole superiori del Piemonte – eventualmente provenienti da classi o anche da istituti diversi. Ogni gruppo di studenti e docenti sceglierà un tema riguardante le discipline umanistiche o tecnico-scientifiche sul quale organizzare un ciclo di tre incontri. La scelta del tema è libera: dalla storia alla politica, dalle scienze alle nuove tecnologie, dalle arti alla filosofia e alla sociologia, con una particolare attenzione verso le questioni riguardanti il Novecento.
La VG del liceo classico Gioberti di Torino, coordinata dalla professoressa Marinella Fioretta, si è aggiudicata la XVII edizione del premio Franco Antonicelli bandito dall’Unione culturale per l’anno 2015-2016.
I INCONTRO
Il 19 marzo 2016 nell’aula magna del liceo Gioberti di Torino, Enrico Manera, docente e ricercatore Istoreto, Mariano Tomatis, scrittore e illusionista, e Wu Ming 1, romanziere della “band” omonima, hanno preso parte al primo incontro del ciclo “La potente signora. La parola tra manipolazione ed emancipazione”. L’obiettivo, già annunciato nel titolo, di esplorare la forza della parola come “veleno” e “antidoto” nel rapporto fra le persone si può dire raggiunto nel corso della conferenza.
“Il taglio più filosofico dell’intervento del prof. Manera ci ha permesso di far luce su concetti chiave per interpretare il nostro passato più prossimo e la contemporaneità: si è discusso di mito, mito politico, ma soprattutto di mito “tecnicizzato”, ossia di quel particolare tipo di parola dal carattere performativo, non depositaria ma produttrice di verità. La dimostrazione pratica della potenza ammaliatrice della parola è stata poi vissuta in prima persona dal pubblico giobertino, protagonista della serie di esperimenti magici di Tomatis, che con una proposta di “magia militante” ci ha invitato a chiederci sempre dove sta il “trucco”. Tanto nella finzione quanto, a maggior ragione, nella realtà. La conclusione dell’incontro è stata affidata a Wu Ming 1. Partendo dalla vicenda drammatica e densa di potenza comunicativa della cancellazione a Bologna dei murales dello street artist Blu in segno di protesta contro la privatizzazione di una forma d’arte pubblica per definizione, la proposta in chiave emancipatrice dello scrittore è stata quella di un cambiamento di prospettiva: proprio come nelle storie raccontate dal collettivo, liberarsi significa imparare ad affrontare il mondo dalla giusta angolazione.”
Cecilia d’Urso e Riccardo Mora (coordinatori dell’incontro)
II INCONTRO
Quali sono i mezzi di diffusione della parola? Come funzionano? Si può avere pieno controllo di essi? Per tentare di dare una risposta a queste domande abbiamo invitato, il secondo incontro del ciclo, tenutosi martedì 5 aprile, è stato animato dal collettivo di ricerca interdisciplinare Ippolita e da Loredana Lipperini, conduttrice radiofonica e blogger.
“Dalle sigle dei Simpson alle puntate dei Futurama, da Mark Zuckerberg a Jeff Bezos, si è intrapreso, in una vivace discussione tra relatori e pubblico, un viaggio nel profondo del web: se social network, shopping online e scambio di informazioni in rete sono argomenti all’ordine del giorno, forse non è così usuale sentir parlare di big data, magazzini surriscaldati e micronotorietà. Chi sono i padroni del web e quali i retroscena (spesso tutt’altro che “immateriali”, come saremmo indotti a credere) che rendono possibile la nostra vita online da una parte e le conseguenze sociali nel “mondo reale” che il digitale pone in essere dall’altra? Queste domande hanno contraddistinto l’incontro e catturato l’attenzione del giovanissimo uditorio, visibilmente toccato dal tema.”
Sorina Pasat e Mia Vujovic (coordinatrici dell’incontro)
III INCONTRO
Come riconoscere le cattive argomentazioni nel dibattito pubblico? Come imparare a dibattere e replicare in modo corretto e pertinente? Questi sono stati i punti cardine del terzo e ultimo incontro del nostro progetto. Quale “pars construens ” dell’intero ciclo, caratterizzato dal binomio antitetico manipolazione-emancipazione, venerdì 22 aprile abbiamo posto l’accento sulla dimensione del dibattito come dimensione ineliminabile ed estremamente formativa, creatrice di senso critico e pedagogicamente produttiva. Adelino Cattani, professore di filosofia teoretica all’Università di Padova, ha introdotto il tema con spiccato umorismo proponendo esempi di buone argomentazioni riconducibili alla quotidianità e coinvolgendo in prima persona gli studenti presenti nell’aula magna. Franca D’Agostini, che insegna epistemologia delle scienze sociali alla Statale di Milano, si è invece focalizzata in modo più schematico sul riconoscimento delle fallacie all’interno dell’argomentazione. Ha inoltre sottolineato l’importanza del dibattito come dimensione aletico-poietica e la difficoltà di discutere riguardo la verità quando essa non è in nostro possesso. L’incontro si è concluso dedicando uno spazio alla palestra di “Botta e Risposta”, fondata dal Professor Cattani nella sua città, Padova. Gli studenti hanno partecipato attivamente al progetto e, divisi in due squadre, hanno dibattuto in modo organizzato sul tema: “E’ giusto riconoscere al personale sanitario delle strutture pubbliche il diritto dell’obiezione di coscienza alla legge 194?”. I due relatori hanno svolto la funzione di giudici, insieme a Manfredo Montagnana dell’Unione culturale, giudicando i ragazzi in base alle loro capacità di argomentare e replicare, tenendo sempre presente, come spiegato da Cattani, la funzione che la retorica svolge all’interno di un dibattito argomentato, pubblico o privato che sia. In modo sportivo sono stati assegnati, al termine del tempo prestabilito, dei punteggi e indicati i migliori dibattenti all’interno del gruppo. I giudici hanno poi motivato le loro scelte e dato ai giobertini consigli su come condurre nella maniera più efficace un’argomentazione. In chiusura, i sei ragazzi che hanno realizzato il progetto “La potente signora” si sono cimentati in un breve epilogo raccontando la loro esperienza di organizzatori del ciclo.
Michelle Valérie Girin e Giovanni Morlino (coordinatori dell’incontro)